Gli effetti analgesici della musica:
novità dalla McGill University di Montréal
Secondo Bob Marley, il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore. Al contrario, tale arte ha sempre un effetto benefico, al punto che nel corso della storia è stata considerata come vero e proprio strumento di cura. Tuttavia, solo recentemente si è registrato un crescente interesse nella comprensione dei meccanismi sottostanti a tali effetti. L’ipotesi più accreditata considera che la percezione del dolore sarebbe influenzata dall’ascolto della musica attraverso l’attivazione del sistema modulatorio discendente del dolore (Descending Pain Modulatory System, DPMS) mediante l’inibizione dell’input nocicettivo al livello del tronco encefalico e del midollo spinale. Caratteristiche musicali quali la familiarità, i ritmi bassi con un numero di battiti al minuto ridotto e la scelta personale della musica, sono state associate ad un maggiore effetto analgesico. Mitchell e McDonald hanno confrontato gli effetti della musica rilassante selezionata dallo sperimentatore e della musica preferita dai soggetti rilevando che solo la musica preferita era in grado di ridurre l’intensità del dolore, suggerendo che il rilassamento provocato dalla musica potrebbe non essere sufficiente per indurre l’ipoalgesia. Tuttavia, altri aspetti legati agli effetti analgesici della musica sono ancora oggetto di studio.
Recentemente il gruppo di ricerca della “Roy Pain Imaging Lab” della McGill University di Montréal ha condotto uno studio per analizzare più nel dettaglio il contributo della preferenza musicale e dell’emozione nell’ascolto della musica nell’effetto analgesico. Ad un campione di 63 soggetti, 49 donne e 14 uomini, sono state poste una serie di domande aperte sulle canzoni preferite che avevano selezionato per lo studio. Per aiutare i partecipanti a formulare le loro risposte, le canzoni sono state riprodotte in sottofondo all’intervista a basso volume. Le domande sono state le seguenti:
(1) Perché questa è la tua canzone preferita o perché hai scelto di portare questa canzone? Cosa ti piace di più?
(2) Quali pensieri, sentimenti o immagini provi quando ascolti questa canzone?
(3) Quando ascolti questa canzone o quando ti ritrovi a volerla ascoltare?
A questa valutazione è stata associata un’analisi quantitativa del dolore attraverso la scala analogica VAS a seguito di uno stimolo doloroso termico.
I risultati dello studio confermano, come già era noto, che l’ascolto della musica preferita aveva un effetto analgesico superiore rispetto alla musica rilassante. A questo lo studio aggiunge interessanti differenze dell’effetto analgesico in relazione alla “qualità” delle emozioni. In particolar modo l’esperienza riportata veniva distinta in 4 tipi: commovente/malinconica, calmante/rilassante, felice/allegro ed energizzante/attivante. Sebbene il tema emotivo più frequentemente riportato fosse la felicità, è risultato che l’esperienza commovente/malinconica predica con maggiore precisione l’effetto analgesico della musica. La categoria commovente/malinconica, infatti, potrebbe essere paragonabile al concetto di “dolce dolore” studiato da alcuni ricercatori che implica l’apprezzamento paradossale che molti individui hanno per la “musica triste”.
Tale effetto sembra da ricercarsi nella tendenza di tali pazienti a coinvolgersi maggiormente con la loro esperienza emotiva, specialmente durante l’ascolto della musica. Dall’altra parte, gli effetti calmante/rilassante, felice/allegro ed energizzante/attivante hanno mostrato tutti ridotti effetti indiretti sulla riduzione della percezione del dolore.
In conclusione, la letteratura è chiara sugli effetti analgesici nell’ascoltare la propria musica preferita, tuttavia, le recenti evidenze mostrano come anche le risposte emotive al brano ascoltato svolgano un ruolo nella predizione dell’effetto antalgico della musica.
Bibliografia
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doi: 10.3389/fpain.2023.1210572

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