NATALE 2023
Cari amici,
l’ultima newsletter la vogliamo dedicare a un’overview su quanto la ricerca scientifica ha prodotto sul tema del dolore, dall’etiopatogenesi al management terapeutico, nel 2023.
In risposta all’iniziativa della IASP che ha dichiarato il 2023 come “Global Year for Integrative Pain Care”, la ricerca si è focalizzata sul migliorare la conoscenza ma anche la consapevolezza delle cure integrative del paziente con dolore cronico. Come è noto il dolore cronico colpisce milioni di persone in tutto il mondo e rimane ancora un importante problema di salute pubblica a causa dell’elevata morbilità, dell’aumento della mortalità e dei maggiori costi sanitari. In particolare, alcuni studi dell’ultimo anno hanno contributo in maniera rilevante alla comprensione dell’impatto globale del dolore cronico nella vita delle persone, dell’analisi dei fattori di rischio per le malattie dolorose, dello studio delle modifiche del sistema nervoso centrale, ed in particolare del cervello nelle persone con dolore cronico, ed infine dei nuovi approcci terapeutici per il trattamento del dolore.
Vi vogliamo segnalare alcune importanti ricerche pubblicate nel corso di quest’anno. Il primo studio ha indagato oltre 493.000 soggetti presenti nel database National Health Service del Regno Unito per individuare i principali fattori associati allo sviluppo di lombalgia cronica. Ebbene, gli autori sottolineano che i disturbi del sonno, la sensazione di scoraggiamento, la stanchezza, lo stress e l’obesità sono da considerare i maggiori fattori di rischio per la progressione del dolore da forme acute localizzate a forme croniche diffuse [1].
Misurare l’intensità del dolore cronico è sempre stato una sfida per il clinico, dal momento che una corretta quantificazione del dolore cronico presenta maggiori difficoltà rispetto alla misurazione del dolore acuto. Se un paziente con dolore acuto valuta il proprio dolore come 8 (severo) su una scala da 0 a 10 avrà manifestazioni oggettive del proprio dolore, incluse alterazioni comportamentali che indicano senza dubbio un visibile stato di sofferenza, mentre una persona con dolore cronico potrebbe valutare il proprio dolore della stessa entità numerica, ma non mostrare alcun segno esterno di disagio. Nonostante i progressi tecnologici (ad esempio, nell’imaging funzionale del cervello), per la misurazione oggettiva del dolore non abbiamo ancora strumenti sufficientemente affidabili. Un recente studio ha effettuato delle registrazioni cerebrali mediante l’utilizzo di elettrodi impiantati nella corteccia orbitofrontale e nella corteccia cingolata anteriore in due donne e due uomini con dolore neuropatico cronico. I risultati dello studio hanno evidenziato che la severità del dolore cronico era associata ad una maggiore attività della corteccia orbitofrontale controlaterale, mentre è stato riportato che il dolore acuto si associa ad una maggiore attività della corteccia cingolata anteriore. Sebbene il numero dei partecipanti fosse piccolo e gli elettrodi impiantati chirurgicamente non siano adatti per studi di grandi dimensioni, tale studio suggerisce la possibilità di misurare con elevata precisione e monitorare il dolore cronico negli esseri umani [2].
Diversi studi hanno già indagato le modifiche strutturali e funzionali dell’encefalo nelle persone con dolore cronico, evidenziando ad esempio una diminuzione dello spessore corticale in diverse aree cerebrali, suggerendo che il dolore cronico potrebbe essere un fattore di rischio per la neurodegenerazione. Un recente studio ha indagato il legame tra dolore cronico e biomarcatori della neurodegenerazione in 995 individui. Tali soggetti sono stati divisi in due gruppi in base alla presenza o assenza di dolore cronico. In entrambi i gruppi sono stati analizzati per 2 anni i seguenti outcome: la funzione cognitiva, fattori correlati all’Alzheimer (amiloide, proteina tau), e marcatori infiammatori (ad esempio, il recettore innescante espresso su cellule mieloidi 2, TREM2 e diverse citochine) nel liquido cerebrospinale. I risultati dello studio non hanno riscontrato alcun cambiamento nella funzione cognitiva nel tempo, ma gli individui con dolore cronico e sospetta malattia di Alzheimer hanno sviluppato nel tempo livelli aumentati di T-tau e TREM2 nel liquido cerebrospinale. Questi risultati suggeriscono che il dolore cronico sembra essere associato ad un maggiore danno neuronale ed una maggiore infiammazione del tessuto cerebrale con potenziali effetti neurodegenerativi [3].
Ulteriore campo di ricerca è la comprensione delle strategie più adeguate alla prevenzione e il trattamento del dolore cronico. Uno studio randomizzato controllato ha indagato in 577 partecipanti gli effetti di un inibitore selettivo del canale NaV1.8, nella gestione del dolore postoperatorio acuto dopo addominoplastica o bunionectomia. Lo studio prevedeva quattro gruppi di trattamento e confrontava due diverse dosi di VX-548 (inibitore selettivo di NaV1.8) con un comune antidolorifico (idrocodone bitartrato e paracetamolo) o con placebo nell’arco di 48 ore. L’efficacia, valutata come sulla differenza di intensità del dolore nell’arco di 48 ore, è stata significativamente migliore nel gruppo trattato con VX-548 ad alte dosi rispetto al placebo, indipendentemente dall’intervento chirurgico al quale le persone erano state sottoposte senza che si siano manifestati effetti collaterali intollerabili [4].
Il 2023 è stato un anno di grande avanzamento nelle conoscenze sui meccanismi patogenetici del dolore cronico ed ha permesso di capire meglio come identificare e curare la persona che ne risulta affetta.
Il 2023 è stato un anno importante anche per la nostra Società perché ha visto la realizzazione del Congresso Nazionale. L’importante evento si è tenuto a Torino nei giorni 11-13 maggio presso il “Centro Congressi Unione Industriali Torino” e ha visto la partecipazione di oltre 300 specialisti delle varie discipline che hanno ascoltato con entusiasmo ed interattività i contributi scientifici proposti da circa 50 esperti della faculty.
L’entusiasmo con cui il Congresso Nazionale e tutti gli eventi da noi organizzati sono stati accolti ci spinge a proporre sempre nuove attività scientifiche e culturali per il prossimo anno.
Il Presidente, il Direttore Esecutivo e tutto il Consiglio Direttivo augurano a tutti voi e ai vostri cari i migliori auguri per un sereno Natale ed un felice Anno Nuovo
Bibliografia essenziale
- Tanguay-Sabourin C, Fillingim M, Guglietti GV, et al. A prognostic risk score for development and spread of chronic pain. Nat Med 2023; 29: 1821–31
- Davis KD, Flor H, Greely HT, et al. Brain imaging tests for chronic pain: medical, legal, and ethical issues and recommendations. Nat Rev Neurol 2017; 13: 624–38
- Shirvalkar P, Prosky J, Chin G, et al. First-in-human prediction of chronic pain state using intracranial neural biomarkers. Nat Neurosci 2023;26: 1090–99.
- Pan PL, Zhong JG, Shang HF, et al. Quantitative meta-analysis of grey matter anomalies in neuropathic pain. Eur J Pain 2015; 19: 1224–31.

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