La lombalgia è la principale causa di disabilità in tutto il mondo e rappresenta una grande sfida sanitaria a livello internazionale e costituisce una delle condizioni dolorose più comuni e per la quale un grande numero di pazienti si rivolgono ai tre specialisti della nostra società (Ortopedici, Reumatologi e Fisiatri). Probabilmente il dolore artrosico al ginocchio ha una frequenza che si avvicina a quella della lombalgia. Per questo motivo il I Congresso Nazionale della Società Italiana G.U.I.D.A., tenutosi a Napoli nel 2017, affrontò esaustivamente le due tematiche dal punto di vista eziopatogenetico e terapeutico. Oggi riproponiamo tali argomenti nella nostra newsletter per la comparsa in letteratura di un articolo illuminante sulla gestione terapeutica di queste condizioni morbose. Successivamente, nel 2018, il working group di Lancet per il Low Back Pain identificò nella cattiva gestione un “unmet need” per i pazienti con il mal di schiena. Ad oggi vi è probabilmente ancora un eccesso di cure e di prescrizioni di esami strumentali non necessari; inoltre, l’utilizzo di trattamenti discordanti dalle raccomandazioni delle più autorevoli linee guida internazionali costituisce un importante problema non solo per la salute del paziente ma anche per i risvolti medico-legali. Tra i trattamenti farmacologici per il trattamento della lombalgia cronica, le linee guida dell’American College of Physicians (ACP) suggeriscono, seppur con bassa forza, un ruolo degli antidepressivi triciclici (TCA) e di altri antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), con solo la duloxetina quale farmaco che mostra un piccolo ma significativo miglioramento del dolore e della funzione.

A contraddire questo consolidato approccio al dolore cronico, una recente metanalisi pubblicata nel gennaio 2021, ha evidenziato che i farmaci antidepressivi sono in gran parte inefficaci per il dolore alla schiena e per l’osteoartrosi, nonostante siano ampiamente utilizzati per queste condizioni. I risultati di questo studio, basati su prove di moderata certezza, mostrano che per le persone con mal di schiena hanno benefici troppo piccoli per essere utilizzati.

Lo studio condotto da Giovanni Ferreira e il suo team di ricerca presso l’Università di Sydney ha analizzato 33 studi randomizzati controllati che hanno coinvolto più di 5000 adulti con dolore alla schiena o al collo e da osteoartrosi. Le evidenze scientifiche sull’efficacia di tali farmaci erano di qualità insufficiente e la maggior parte dei lavori erano studi sponsorizzati da aziende farmaceutiche.

I risultati hanno mostrato che gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) hanno un ridotto effetto sulla riduzione del dolore, da non considerare clinicamente importante nella maggior parte dei pazienti. Anche l’utilizzo di TCA è risultato inefficace per il trattamento del dolore da mal di schiena e la relativa disabilità. Invece, i benefici sembrano essere migliori per il trattamento dell’osteoartrosi, con una riduzione del 10% del dolore alla schiena. I ricercatori riconoscono diverse limitazioni nell’analisi dei dati, inclusa la relazione dose-risposta per la maggior parte degli antidepressivi a causa del basso numero di studi.

Tali dati confermano la scarsa conoscenza sul corretto utilizzo di tali farmaci e l’incertezza sull’efficacia degli antidepressivi per il mal di schiena, il dolore sciatalgico e l’osteoartrosi come riportato dagli stessi autori della revisione.

A fronte di tali risultati sul trattamento con antidepressivi, e alla luce delle conoscenze sulla parziale efficacia del trattamento farmacologico, è importante sottolineare l’efficacia di un corretto metodo basato sull’esercizio terapeutico come primo approccio per aiutare i pazienti con questi disturbi a vivere meglio con il loro dolore senza ricorrere ai farmaci.

Dott. Marco Paoletta

Ferreira GE, McLachlan AJ, Lin CC, Zadro JR, Abdel-Shaheed C, O’Keeffe M, Maher CG. Efficacy and safety of antidepressants for the treatment of back pain and osteoarthritis: systematic review and meta-analysis. BMJ. 2021 Jan 20;372:m4825. doi: 10.1136/bmj.m4825. PMID: 33472813.