IL RUOLO DEL SISTEMA SIMPATICO NEL DOLORE DELL’ALGODISTROFIA E NEL METABOLISMO OSSEO: UNA MATASSA DA SBRIGLIARE
L’algodistrofia o, come meglio oggi identificata, la ComplexRegionalPainSyndrome (CRPSP) è stata a lungo denominata Reflex Sympathetic – Dystrophy (Distrofia Simpatico-Riflessa) poiché si riteneva che fosse un’iperattività del sistema nervoso simpatico alla base del complesso quadro clinico e del dolore urente. Tale ipotesi era supportata da manifestazioni come le alterazioni della temperatura, del colore e della sudorazione della pelle delle estremità colpite. Inoltre come criterio ex-adiuvantibus, la simpaticectomia chirurgica sembrava talvolta poter alleviare o addirittura risolvere il dolore dell’algodistrofia.
Per contro dati sperimentali e clinici contrastavano tale ipotesi. E’ noto, ad esempio, che le concentrazioni plasmatiche di catecolamina sono più basse negli arti affetti da CRPS e che nella maggior parte dei pazienti con CRPS i blocchi simpatici non hanno un impatto significativo o duraturo sul dolore e, inoltre, che la temperatura della pelle non è correlata all’attività dei neuroni vasocostrittori simpatici.
Più di recente si è ipotizzato che il quadro clinico sudo-motorio e termo-dolorifico possa essere condizionato da un’alterata interazione tra efferenti simpatici e neuroni afferenti che conducono gli impulsi provenienti da fibre nocicettive di tipo C, o tra neuroni vasocostrittori simpatici e afferenti somatici all’interno del ganglio della radice dorsale. Tali interazioni sarebbero legate alla liberazione di noradrenalina, rilasciata dai terminali simpatici cheva ad agire su recettori adrenergici espressi sui neuroni nocicettivi afferenti. A conferma di questa ipotesi vi sarebbe l’aumento di mRNA per i recettori alfa-2nei neuroni gangliari in corso di neuropatia periferica. Il maggior numero di adrenorecettori peraltro iperattivi sugli afferenti nocicettivi provenienti da un’area lesionata spiegherebbe come l’attività ridotta del simpatico nella CRPS sia in grado di mantenere il dolore.
Sia nella CRPS tipo I che nella forma II (causalgia), l’inibizione precoce dell’attività vasocostrittrice cutanea centrale porta alla vasodilatazione nell’area denervata facendola sentire calda. La successiva maggiore sensibilità alle catecolamine circolanti dovuta alla sovraregolazione degli adrenorecettori cutanei provoca vasocostrizione e freddezza.
Sulla base di recenti studi clinici, i pazienti con dolore neuropatico possono essere suddivisi in 2 gruppi in base agli effetti del blocco simpatico selettivo. Il dolore alleviato dalle procedure simpaticolitiche viene definito SMP (SympatheticallyMaintainedPain).
Studi su animali mostrano che il sistema nervoso simpatico regola il metabolismo osseo principalmente attraverso i recettori β2-adrenergici. Ma i dati sull’uomo appaiono ancora contrastanti. Durante il recentissimo congresso dell’American Society of Bone and MineralResearch (ASBMR) tenutosi a Montreal, un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic ha eseguito Il sequenziamento dell’RNA di biopsie ossee umane e di osteoblasti in coltura dimostrando l’assenza di β3-AR, e la presenza di β1- e β2-AR espressi sia nell’osso umano che nelle cellule in coltura.
Inoltre in uno studio di popolazione, hanno identificato 67 soggetti di età> 50 anni che avevano usato β-bloccanti per almeno 1 anno negli ultimi 5 anni; di questi 63 avevano utilizzato bloccanti β1-selettivi (atenololo / metoprololo). Rispetto a soggetti che non utilizzano bloccanti β1-selettivi, presentavano una migliore microarchitettura ossea valutata allaHRpQCT(CT periferica ad alta definizione) sia al radio distale che alla tibia. Infine in 155 donne in postmenopausa randomizzate in cinque gruppi di trattamento per 20 settimane: (1) Placebo (PL); (2) propranololo, 20 mg BID; (3) propranololo, 40 mg BID; (4) atenololo, 50 mg / giorno; (5) nebivololo, 5 mg / d. (propranololo [non selettivo] <<atenololo [relativamente β1-selettivo / alcuni β2-AR antagonismo] <nebivololo [altamente selettivo β1-AR]). A 20 settimane sia atenololo che nebivololohanno aumentato significativamente la BMD del radio ultra-distale. Nel loro complesso questi studi dimostrano che: (1) β1- e β2-ARs, ma non β3-ARs, sono espressi nell’osso umano; (2) i pazienti che usano bloccanti β1-selettivi hanno una migliore microarchitettura ossea; e (3) i bloccanti β1-selettivi (atenololo, nebivololo), ma non un bloccante β-AR non selettivo (propranololo), hanno effetti favorevoli sul turnover osseo e sulla BMD nelle donne in postmenopausa. Queste 3 evidenzesupportano fortemente il ruolo del simpatico nella regolazione del metabolismo osseo nell’uomo principalmente attraverso β1-AR.
Professor Giovanni Iolascon

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