L’Algodistrofia è una malattia rara?
Con il termine “malattia rara” viene oggi classificata ogni malattia che ha una prevalenza inferiore ad una data soglia, variabile in relazione alla legislazione di ogni singolo paese. Nell’Unione europea, e quindi in Italia, si identificano come malattie rare quelle patologie che presentano una prevalenza inferiore a 1 caso ogni 2.000 persone.
Negli USA una malattia rara è definita tale se colpisce non più di 200.000 abitanti, con una prevalenza quindi non superiore a 1 su 1.700.
Il concetto di malattia rara è, spesso, strettamente associato a quello di “orphan drug” o “farmaco orfano”. Questi farmaci sono destinati alla cura di malattie talmente rare da non consentire la realizzazione, da parte delle aziende farmaceutiche, di ricavi che permettano di recuperare i costi del loro sviluppo. Pertanto una malattia rara spesso non ha neanche i farmaci per la relativa cura.
In base ai dati epidemiologici riportati in letteratura, l’algodistrofia, o meglio la forma di questa patologia nota come CRPS tipo 1, rientrerebbe a buon diritto tra le malattie rare.
La Sandroni et al. hanno condotto il primo studio di popolazione , nel 2003, con il fine di indagare sulla frequenza della CRPS. Analizzando i dati riguardanti gli abitanti della contea di Olmsted per un periodo di 10 anni e utilizzando i criteri IASP modificati da Harden (successivamente indicati come criteri di Budapest) il tasso di incidenza di CRPS tipo I è stato di 5,46 casi per 100.000 abitanti (1: 18.315) mentre quello di CRPS II è stato di 0,82 per 100000 (< 1: 100.000). L’incidenza combinata delle due forme era quindi di 1:15.923.
Alcuni anni dopo de Mos et al. in un altro studio su popolazione europea ha stimato che il tasso di incidenza combinata (forma 1 e 2) di CRPS sia circa quattro volte maggiore, e cioè di 26,2 per 100 000 individui (1 : 3816). Anche considerando le importanti differenze tra i disegni dei due studi e le criticità che entrambi presentano, rimane indubbio che secondo i criteri definiti sia dalla legislazione europea che americana, la CRPS rimane una malattia rara, anche cumulando le due forme tradizionali di CRPS.
Nel caso invece venissero utilizzati i primi criteri IASP (quelli di Orlando) per la diagnosi assistiamo ad un innalzamento dell’incidenza di circa 7 volte.
Nello studio di Beerthuizen et al. (2012), eseguito su 596 soggetti con traumi fratturativi di polso/mano o caviglia/piede, ben 289 (48,5%) sviluppavano ona sindrome algodistrofica (CRPS 1 in accordo con i criteri IASP), mentre se si usavano i criteri di Harden (coincidenti con quelli di Budapest) la percentuale di soggetti che presentavano un’algodistrofia scendeva al 7%.
La maggiore severità e selettività dei criteri restringeva sensibilmente la prevalenza della patologia , facendola passare da patologia a bassa frequenza a malattia decisamente rara.
E’ da sottolineare comunque che la stessa IASP ha però successivamente identificato una terza classe di algodistrofia definita CRPS – NOS (not-otherwise-specified), con la quale si definiscono quelle condizioni morbose algodistrofiche che presentano caratteristiche cliniche che le fanno rientrare nel capitolo “sindrome regionale dolorosa complessa” ma che non rispondono esattamente a tutti i rigidi criteri di Budapest. E’ chiaro quindi che se includessimo anche questa terza forma di CRPS , la prevalenza salirebbe di molto facendola scalvalcare il livello di “rarità” di malattia.
Infine anche l’altro aspetto associato al concetto di malattia rara , cioè l’assenza di farmaci specifici per la cura della patologia, non è più tanto vero per l’algodistrofia dal momento che il neridronato è stato recentemente approvato per il trattamento della malattia.
Alla domanda posta nel titolo di questa mia newsletter, posso quindi dare solo una risposta articolata: l’algodistrofia intesa e classificata come CRPS tipo 1 secondo i criteri di Budapest è una malattia molto rara; l’algodistrofia classificata come CRPS tipo 1 secondo i criteri IASP è una malattia infrequente ma non rara ; l’algodistrofia intesa come meccanismo di risposta maladattativa a traumi o lesioni tissutali è decisamente più frequente potendo colpire percentuali molto alte di individui affetti da traumi delle porzioni distali degli arti, soprattutto di quello superiore.
Professor Giovanni Iolascon

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